L’attuale riforma della sanità in veneto si complica ogni giorno sempre più. Il Presidente Zaia sta puntando alla creazione di una “Azienda Zero”, una azienda di servizi che controlli le altre, e contemporaneamente alla riduzione del numero totale delle ULSS.
Il nostro giudizio è molto negativo sull’azienda zero. Infatti non è un‘azienda di servizi a cui le ulss e le aziende si rivolgono per ottenere a prezzi più vantaggiosi eventuali acquisti o per sburocratizzare o per la gestione del personale o per avere maggiori certezze nella formulazione di bandi o gare sopra soglia. Non è solo questo né principalmente questo!
L’azienda zero si pone infatti come primo obbiettivo quello del “governo” del sistema sociosanitario veneto, si occupa della programmazione, degli indirizzi, del controllo dell’attività delle ulss… Tutte competenze che spettano al consiglio regionale! Inoltre formula gli obbiettivi dei direttori generali, redige i bilanci preventivi e consuntivi delle ulss, decide il riparto delle risorse tra aziende e ulss, stabilisce i posti letto, le apicalità, la configurazione delle schede ospedaliere, le convenzioni con le strutture accreditate…
L’ingerenza dell’azienda zero nell’attività politica del consiglio regionale è evidente con la conseguenza di ridurre il ruolo dell’assessore e della commissione quinta, di espropriare la politica delle competenze che le sono in carico. E a riguardo della diminuzione delle ulss?
Inoltre la proposta di Zaia prevede la realizzazione di 7 ulss provinciali (di cui 2 da circa 200.000 abitanti e le altre da 900.000 circa). Il governo delle ulss di queste dimensioni pone evidenti problemi che nella proposta della giunta vengono risolti semplicemente trasformando le ulss attuali in distretti e configurando le conferenze dei sindaci a livello distrettuale. Una soluzione piuttosto superficiale che rischia di compromettere l’integrazione socio sanitaria.
La proposta di Zaia elimina il direttore del sociale! Questa scelta è veramente un duro colpo all’integrazione socio sanitaria. Chi accompagnerà i sindaci nella stesura degli obbiettivi del Piano di zona, del piano domiciliarità, del piano disabilità, del piano minori, del piano infanzia adolescenza famiglia, del piano dipendenze? Chi rimarrà in contatto quotidiano con i sindaci e con le comunità locali? Con l’associazionismo, il volontariato, il variegato e strutturato mondo della cooperazione… che tanto hanno dato, in servizi innovativi, per il sistema sociosanitario veneto.
La proposta va a ledere dunque anche l’incidenza che i Sindaci avranno in materia sociosanitaria ed è per questo che abbiamo presentato in Comune di Farra una mozione consigliare che invita la Regione a ripensare ad alcune di queste scelte.
Scarica il testo della mozione presentata al Consiglio Comunale di Farra